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Recensione: “La vita di Irène Némirovsky” – la forza e la tenacia di una donna

Recensione: "La vita di Irène Némirovsky" - la forza e la tenacia di una donna Recensione: "La vita di Irène Némirovsky" - la forza e la tenacia di una donnaCOME ALTRE VITE DELLO STESSO GENERE, COME TUTTE LE VITE, QUESTA E’ UNA TRAGEDIA. GRANDI SPERANZE, NOBILI SFORZI, SOTTO LE DIFFICOLTA’ E GLI OSTACOLI OGNORA CRESCENTI, PER LEI SEMPRE NOBILTA’ E GRANDI FATICHE E, COME RISULTATO, LA MORTE…
CARLYLE

“Vorrei che questo fosse il mio epitaffio quando morirò, ma è un pensiero colmo di vanità. E le iscrizioni tombali, del resto, costano care.”

Irène Némirovsky, 1934

Questo è: “La vita di Irène Némirovsky” di Olivier Philipponnat (nato nel 1967 a Epernay nella Marna, saggista, traduttore e biografo francese) e Patrick Lienhardt (Adelphi Edizioni).

Non un romanzo tradizionale, ma un viaggio alla scoperta della vita di una donna in quanto tale, al di là di quello che ha rappresentato in campo letterario, a partire dall’infanzia sino al suo tragico epilogo.
Olivier Philipponnat e Patrick Lienhardt ricostruiscono la storia inedita di Irène Némirovsky come nessuno lo aveva mai fatto, utilizzando tutti i mezzi e le testimonianze a loro disposizione, compreso citazioni dai testi da lei scritti.
Una donna di una forza straordinaria che, nonostante il terribile periodo storico in cui si trova a vivere, riesce ad affrontare tutte le sfide fino all’ultima, ad Auschwitz, dove il regime le toglierà la vita.
Ma io mi chiedo: gliel’ha tolta davvero la vita?
No, non credo, perché fintanto che una persona è presente nella memoria collettiva e/o nel ricordo di un singolo, quella persona vive ancora.

“Nata a Est, Irène è andata a morire a Est. Strappata alla sua terra natale per vivere, è stata strappata alla sua terra di elezione per morire. Tra queste due pagine si inserisce un’esistenza troppo breve, ma brillante: una giovane russa è venuta a deporre nel libro d’oro della nostra lingua pagine che la arricchiscono. Per i vent’anni che ha passato fra noi, piangiamo in lei una scrittrice francese.”
Jean – Jacques Bernard, 1946

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