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Recensione: “Il mondo secondo Savelij”. Gli umani visti con gli occhi di un gatto

Recensione: “Il mondo secondo Savelij”. Gli umani visti con gli occhi di un gatto Recensione: “Il mondo secondo Savelij”. Gli umani visti con gli occhi di un gattoNello storico quartiere moscovita di Taganka, sotto una vecchia Lada e con il sottofondo musicale dell’Amoroso di Vivaldi, nasce il gattino Savelij, chiamato così dalla mamma in onore della ricotta Savvuška della quale la gatta si era cibata durante la gravidanza.

Il mondo secondo Savelij”, romanzo di esordio di Grigorij Služitel’, edito da Francesco Brioschi Editore, racconta di questo gatto straordinario e di come il mondo visto da questi animali così intelligenti sia sempre di corsa ed in affanno.

Dalla sua casetta ricavata da uno scatolone di banane, Savelij si dimostra fin da subito un gattino straordinario. Savva – da buon russo anche il gattino ha la sua manciata di nomignoli – non ha infatti molta voglia di fare la vita del gatto fragile e indifeso. Precoce e curioso, studia il suo quartiere intercettando le vite degli esseri umani che vi abitano.

La vita di un felino domestico, ma anche più avventurosa della media: la nascita, l’adattamento a una nuova casa, l’imprevisto, la fuga, le sperimentazioni con erba gatta e valeriana, l’amore, la morte degli amici, fino alla scoperta di certe nuove fissazioni degli umani, come i cat café.

Ambientato in una Mosca di epoca moderna, attraverso il punto di vista di un gatto urbano, ma anche un animale considerato sacro nella civiltà egizia, l’autore Grigorij Služitel’, propone in “Il mondo secondo Savelij”, un romanzo brillante ed ironico, ma anche molto riflessivo perché traspare la vita di noi esseri umani.

Dunque, non un gatto qualsiasi, ma un osservatore molto attento a tutto quello che gli accade intorno, determinato da un gran istinto di sopravvivenza, ma alla fine anche conoscitore dell’animo umano e fa capire perfettamente come le persone riversano le proprie debolezze e tenerezze negli occhi di uno splendido gatto da compagnia. Come se nel prendersi cura di qualcuno alla fine, secondo Savelij, curiamo anche noi stessi.

Un romanzo che parla anche di amore, con l’arrivo di Greta, la sua amata micia, “la sua unica ragione di vita”, come la definisce il delizioso gatto Savelij , che gli regalerà grandi emozioni e gli farà scoprire il vero amore, quello con la A maiuscola.

La vita dei gatti è breve. Il destino ci fa sempre i grattini contropelo”. Savelij, con le sue straordinarie avventure di gatto cittadino, curioso e determinato, fa davvero scoprire il mondo degli umani visto dal basso verso l’alto.

Lei ci pensò un po’ su e poi mi chiamò Savelij. Perché Savelij? Non lo so. Probabilmente in onore della sua marca di ricotta preferita, Savvuška, con il tre per cento di grassi, della quale si era nutrita durante tutta la gravidanza. La cassiera Zina portava questa ricotta sul retro del negozio di alimentari ABK, e la mamma diceva che era stato merito suo se non eravamo morti di fame. In segno di gratitudine verso la gattara, chiamò le mie sorelle una Zina e l’altra Abk. A mio fratello, invece, non fece in tempo a dare un nome, perché… Insomma, non si accorse nemmeno di essere nato. E forse dal suo punto di vista (ammesso che ne avesse uno) era andata bene così. Perché quando sei ancora così vicino a un lato del non-essere, l’altro lato non fa poi così tanta paura. In fondo la paura è un presentimento della perdita e, se non hai ancora niente, allora non c’è niente di cui avere paura. Credo che la mamma questo lo capisse bene e che proprio per questo non avesse preso la morte del figlio come una tragedia. Si rivolse a una squadra di talpe funebri che consegnarono mio fratello alla terra vicino al grande pioppo nel giardino. La vita dei gatti è breve. Il destino ci fa sempre i grattini contropelo”. (Da “Il mondo secondo Savelij”)

Il russo Grigorij Sluzitel’ nato a Mosca nel 1983 è un attore del Teatro ArteStudio di Mosca e frontman e chitarrista della band O’Casey. “Il mondo secondo Savelij” è il suo primo romanzo, ed è risultato tra i finalisti del “Big Book Award”.

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