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Recensione: “La giostra delle anime”, mistero, esoterismo e attualità al femminile

Recensione: "La giostra delle anime", mistero, esoterismo e attualità al femminile Recensione: "La giostra delle anime", mistero, esoterismo e attualità al femminileLa giostra delle anime è la storia, tutta al femminile, di più generazioni di donne.

Il racconto è incastonato di potenti immagini che descrivono i favolosi poteri dell’intuito, dell’introspezione, del mistero. Talenti che le protagoniste sembrano essere condannate a portare per tutta la vita, come un fardello segreto da custodire.

All’ombra del cratere del Vulture, nella aspra Lucania tutto ha inizio con la nascita di due gemelle dai capelli rossi. La loro venuta al mondo si accompagna alla morte della mamma. La terra si prende cura di loro nelle prime ore della fragile loro vita. Come una vecchia Madre Selvaggia dà loro rivoli di latte, una vera e propria iniziazione a conoscenze viscerali e sotterranee.

Nelle due bambine, Eva ed Anna, alberga questa forza sotterranea e invisibile che si esprime attraverso intuizioni improvvise, esplosioni di energia, acute percezioni, slanci appassionati. Un impulso travolgente e inesauribile che le spinge ostinatamente verso la salvezza. Come un grande albero, che miracolosamente e con pazienza continua a nutrirsi attraverso le proprie radici, si rigenera e rinasce così da poter mantenere il proprio spirito vitale e generare nuovi germogli cui affidare l’inestimabile eredità del “sapere”.

Sapere che è anche una sorta di maledizione che le porterà a vivere esperienze indicibili di torture e orrore. Additate come streghe a causa dei loro bellissimi capelli rossi, segno del demonio, e per gli strani eventi che accadono in loro presenza, si distingueranno l’una come forza ribelle e istintiva, l’altra come corrente mite e silenziosa.

Sopravvissute a un incendio, nell’orfanotrofio in cui erano finite, le loro vite si separeranno ma non il legame che le unirà per sempre inconsapevolmente.

La loro vita continuerà a essere fatta di paura, emarginazione, dolore. Anna diventerà guaritrice aiutando coloro che soffrono, Eva invece una sensitiva con il dono di parlare con le anime dei defunti.

Anna incontrerà zio Michele, che le insegnerà a utilizzare il suo dono per aiutare gli altri.

A lei spetterà di crescere Adele, figlia di Eva, e poi Angelica, figlia di Adele.

Anna è forse la vera Grande Madre. In tutte le culture ancestrali esiste una potenza femminile fertile e prolifica riconosciuta come Grande Madre, che amplifica l’aspetto più intimo della psiche femminile legato alla spiritualità come forza creativa e feconda.

La storia continua attualizzandosi, nella città di Matera, dove Angelica, ragazzina dei nostri giorni, timida e riservata, è presa di mira dai compagni, che la giudicano sfigata e strega per i capelli rossi, ereditati dalla nonna e il suo modo di vestire, sempre tutta di nero.

Cattiveria, sofferenza, solitudine si ripetono come un destino insovvertibile. Angelica scopre di avere gli stessi poteri della nonna, da cui ha ereditato non solo i capelli rossi, e si ritrova a vivere un vortice mortale fatto di droga e violenza.

La giostra delle anime è un romanzo complesso, costruito su una trama dove mistero, esoterismo e attualità si intrecciano in più punti con un linguaggio magico e suggestivo che attinge alle antiche storie narrate intorno al fuoco, alle leggende , al mito.

Il tutto declinato al femminile con un epilogo che è insieme una rivelazione e una rivendicazione:

“mi chiamo Angelica Nero e sono una ragazza magica”.

La stesura del testo a quattro mani alterna il ritmo dello stile, dove si riconosce il tratto della razionalità maschile di Claudio Santamaria, e dell’immaginazione visionaria femminile di Francesca Barra.

Francesca Barra è scrittrice, conduttrice e autrice televisiva e radiofonica. È stata autrice, per la rete giapponese Nippon TV, di commedie teatrali e documentari gastronomici.

Claudio Santamaria, attore e doppiatore italiano. Nel 2016 si aggiudica il David di Donatello per il miglior attore protagonista per il film Lo chiamavano Jeeg Robot alla sua terza candidatura.

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