Tre storie di crescita e rinascita

La prima storia è quella di Carlo Di Bartolomeo, è un ragazzo autistico dalla mente sorprendente. Conosce a memoria testi, date, eventi, nomi, frammenti del mondo che conserva e richiama con lucidità. Il suo universo, all’apparenza chiuso e distante, si apre in silenzio, rivelando una geografia interiore fatta di rigore, emozione e profondità. Un incontro che ridisegna i confini di ciò che viene definita disabilità.
Al Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, la “Cave Multisensoriale” diretta dal professor Luca Padua, è più di una stanza: è un luogo dove la memoria viene delicatamente chiamata a tornare. Attraverso immagini proiettate, suoni e vibrazioni si costruisce un linguaggio alternativo capace di parlare a chi, dopo un ictus, un infarto, un trauma, ha perso il contatto con sé. Come Matteo Moreschini, giovane rimasto in coma per quasi un mese dopo un grave incidente stradale: grazie a questa terapia, ha iniziato un processo di riappropriazione della memoria, riaccendendo i suoi ricordi e ricucendo il filo interrotto della propria esistenza.
Michele Carmosino, 76 anni, originario della provincia di Isernia, sta portando avanti un percorso di studi intenso: ha conseguito 10 lauree e si appresta a portare a termine le ultime due in Studi Storici Artistici presso l’Università La Sapienza di Roma. Un esempio di come la curiosità e l’amore per la conoscenza possano alimentare la voglia di apprendere in ogni fase della vita.
Tre storie, tre traiettorie, che raccontano la mente non solo come facoltà biologica.
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