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Stasera in TV: “Su Rai5 (canale 23) “l’altro ‘900″ racconta Curzio Malaparte”. Con lo scrittore Nicola Lagioia e la regista Liliana Cavani

Stasera in TV: "Su Rai5 (canale 23) "l'altro '900" racconta Curzio Malaparte". Con lo scrittore Nicola Lagioia e la regista Liliana Cavani Stasera in TV: "Su Rai5 (canale 23) "l'altro '900" racconta Curzio Malaparte".  Con lo scrittore Nicola Lagioia e la regista Liliana Cavani“È stato un anticipatore: “La pelle” è un libro basato sui fatti, una prova di autoficion in anticipo sui tempi”. Così lo scrittore Nicola Lagioia su Curzio Malaparte, scrittore raccontato nella puntata della serie di Rai Cultura “l’altro ‘900”, firmata da Isabella Donfrancesco con la collaborazione di Alessandra Urbani per la regia di Laura Vitali e Diego Magini, in onda stasera  alle 21.15 su Rai5.

A Nicola Lagioia, nella puntata si aggiungono le voci di Giordano Bruno Guerri e Liliana Cavani che ragionano intorno alla controversa figura dello scrittore, nato nel 1898 a Prato come Kurt Erich Suckert, dopo una vita avventurosa nella quale fu soldato, giornalista, intellettuale d’intervento, fascista della prima ora, comunista, ateo e infine protagonista di una clamorosa conversione.

Come ebbe a dire Alberto Moravia “Malaparte era un personaggio, prima che uno scrittore. Un individualista assoluto”. “Il vero arcitaliano – afferma Giordano Bruno Guerri -, pronto a qualunque avventura. Per questo, come molti della sua generazione che avevano preso parte alla Grande Guerra, si tuffò nel Fascismo”.

Scrittore espressionista, Malaparte, accantonato per oltre un ventennio dopo la morte, viene riscoperto in anni recenti come uno degli autori più interessanti del Novecento. “La pelle – dice la regista Liliana Cavani che dal romanzo trasse il film omonimo nel 1981 interpretato da Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale e Burt Lancaster – è un racconto in presa diretta tra le macerie di una città appena liberata. Qui la barbarie attraversa le strade, i vicoli, le storie dei singoli, vincitori, vinti e liberatori. Ma i napoletani, benché feriti, non si sentirono mai un popolo di vinti. L’antica dignità della città prevalse anche nelle situazioni più estreme e denigranti”. Malaparte racconta tutto senza giudicare, mettendo in fila i fatti da vero cronista di rango.

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