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Recensione: Tarendol. Romanzo di un amore – In fuga dalla Storia

Recensione: Tarendol. Romanzo di un amore - In fuga dalla Storia Recensione: Tarendol. Romanzo di un amore - In fuga dalla StoriaTarendol. Romanzo di un amore
di René Barjavel
tradotto da Claudia Romagnuolo
L’Orma Editore

Incontrare letterariamente René Barjavel conferma a un appassionato lettore che, nonostante i chilometri di pagine lette e le storie vissute con mille parole, c’è sempre un libro che può sorprendere come fosse la prima volta. Questa è la sensazione che si percepisce leggendo Tarendol, romanzo d’amore pubblicato per la prima volta nel 1946, opera atipica per uno scrittore conosciuto per lo più per suoi romanzi scientifici come Diluvio di fuoco (1943) e Il viaggiatore imprudente (1944), che solo a posteriori, e con l’introduzione del termine, verranno inscritti tra i romanzi di fantascienza.

Il romanzo è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e ha per protagonista il giovane Jean Tarendol, che frequenta il collegio diretto dal signor Challant. Un giorno, mentre si trova con il suo amico Fiston sul tetto della palestra, intravede Marie una ragazza giovane e bionda di cui si innamora a prima vista. Da quel momento inizia una deliziosa storia di amore e di corteggiamento per riuscire a incontrarla senza farsi vedere da tutto il collegio, riuscendo così nel suo intento. I sentimenti dei protagonisti diventano reciproci, ma il loro amore viene osteggiato dalla famiglia di lei, che cerca di allontanarla da Jean sperando così di distrarla dai suoi sentimenti. La Francia occupata dai tedeschi fa da sfondo a questa coppia di innamorati divisi, e se non bastano le opposizioni familiari, anche la storia si intromette nel loro rapporto sotto forma di agenti della Gestapo che vogliono arrestare Jean per la distribuzione di volantini a favore della Resistenza e per articoli pubblicati su un giornale clandestino. Jean riesce a fuggire insieme a Marie. La fuga diventa così un modo per salvare il loro amore ma anche per allontanarsi dalla Storia, prepotente e prorompente fatta di paure, odio e violenze, un difficile luogo dell’anima dove due ragazzi cercano di trovare un loro spazio per amarsi. Attraverso le loro vicende e peripezie, emergerà la posizione che aveva l’autore verso la guerra, più un non allineamento che una presa di posizione, tanto che fu anche accusato di collaborazione. Tuttavia, per Barjavel, l’importante non era posizionarsi da una parte oppure dall’altra, bensì combattere la guerra stessa, fucina di atti stupidi, crudeli, insensati dell’essere umano.

Tarendol è un romanzo che un lettore distratto potrebbe classificare come romanzo rosa, sottovalutando così i colpi di scena che lo compongono e che creano un continuo senso di tensione che fa appassionare alla vicenda. Lo stile fresco e piacevole, aggiunto a una carrellata di personaggi interessanti ed estremamente umani nella loro descrizione, lo rendono un testo che può avvicinarsi a un pubblico molto ampio di cui cattura l’attenzione fino all’ultima pagina.

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